DANTE A PALAZZO: Incontro con Piero Trellini

Sabato 23 ottobre ore 18.00 presso la Stanza dell’Aria di Palazzo Doria Pamphilj il primo incontro della rassegna letteraria “Dante a Palazzo”. Consigliato prenotare il proprio posto scrivendo alla mail valmontone@bibliotecheprenestine.it o chiamando i numeri 339.87.49.241 e 0662200070

 

Incontro con Piero Trellini

Giornalista e scrittore. Ha scritto per la Repubblica, La Stampa, ll Messaggero, il Manifesto e il Post. Nel 2019 ha pubblicato La partita. Il romanzo di Italia-Brasile (Mondadori; Premio Bancarella Sport 2020, Premio Ape 2020, Premio Mastercard Letteratura “Opera prima” 2020, Premio “Giuria tecnica” Massarosa 2020), che ha riscosso un immediato successo di critica e di pubblico.

 

Il libro: Danteide (Bompiani, 2021)

Sono le dieci del mattino del 27 maggio 1865. A Ravenna due manovali trovano per caso una cassetta di legno. Stanno per gettarla tra le macerie quando qualcuno nota sul coperchio una scritta: Dantis Ossa. La scoperta muove una città intera, e un vortice di persone – assessori, periti, notai, medici e scienziati – inizia a ruotare attorno a una sola ossessione: la testa di Dante. Tutti vogliono sapere perché quel cranio si trovi lì, quale sia la sua storia e soprattutto il peso del suo cervello. Per conoscerne la grandezza in realtà bastava vedere cosa avesse prodotto: la Commedia, il più bel libro mai scritto dagli uomini. Dante lo aveva creato attingendo da ciò che aveva vissuto, rubando saperi, storie e segreti, e lo aveva popolato di figure per lui familiari, quelle che avevano respirato la sua stessa aria: Paolo e Francesca, il conte Ugolino, Farinata, Cavalcanti, Guido da Montefeltro, Ezzelino e gli altri. Erano tutti legati. Eppure un mondo così piccolo era diventato una storia universale. Come Dante ci sia riuscito rimane un mistero. Per provare a svelarlo e a sfiorare un brandello di verità resta forse una sola possibilità: evitare di guardare lui per guardare ciò che guardò lui. Prendere quindi gli uomini che attraversarono la sua iride per distribuirli in una storia. E tentare così di vivere, con i suoi occhi, le vite degli altri.