L’ultimo artista a lavorare a Valmontone durante un soggiorno brevissimo è Mattia Preti, che esegue la volta dell’Aria in sole sedici giornate di lavoro.
La concezione spaziale adottata per la stanza, riflette un distacco dalle tradizionali ripartizioni, ancora più netto rispetto a quello apportato dal Cozza. Eliminando ogni sovrastruttura architettonica, Preti elabora uno sfondamento illusorio della volta in cui lascia fluire liberamente le figure sottolineando così, in maniera straordinaria, la loro quasi reale presenza nell’aria.
Le numerose immagini che si susseguono in un ritmo incessante e rotatorio, sembrano muoversi secondo schemi casuali in totale autonomia visiva. Al centro è raffigurata Giunone all’interno di una corona dorata sostenuta dalle personificazioni dei quattro Venti.
Le Ninfe dell’aria circondano la ghirlanda. In questo dinamismo quasi vorticoso quattro punti fermi, in sostituzione dei pilastri in finto stucco, sono costituiti dalle allegorie angolari del Tempo-Saturno, della Fama, dell’Amore e della Fortuna. Queste forze sembrano accentuare il carattere evanescente della stanza perché, proprio come l’Aria, sfuggono alla volontà dell’uomo che tenta inutilmente di dominarle. Non a caso le allegorie sono tutte figure dotate di ali. Lungo i lati della volta si snoda l’incessante procedere dei carri astrologici: Aurora, Apollo, Diana e Luna corrispondenti a Mattino, Giorno, Sera e Notte.